Il Lavoro di Cittadinanza per eliminare la disoccupazione

FRAMMENTI EDITORIALE
5 min readJul 9, 2021

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di Gianluca Campo

La disoccupazione è il principale driver della povertà e delle diseguaglianze e rappresenta uno dei più grandi ostacoli non solo al benessere individuale ma anche alla prosperità sociale.
Da cosa nasce la disoccupazione? E quali sono gli strumenti di politica economica che i governi hanno a disposizione per farvi fronte?
La Modern Monetary Theory si inserisce nel dibattito proponendo il Lavoro di Cittadinanza per garantire la piena occupazione e con essa una crescita economica attenta alla sostenibilità sociale e ambientale.

Così come John Maynard Keynes fece notare, le economie capitalistiche operano cronicamente lasciando una fetta di popolazione senza impiego lavorativo. Anche se è possibile avvicinarsi al pieno utilizzo della forza lavoro, vi sarà sempre all’interno dell’economia un insieme di persone disposte a lavorare senza però trovare occupazione. Queste righe indagano sul tema della disoccupazione attraverso tre direttrici del discorso: gli effetti sul tessuto economico e sociale dovuti alla mancanza di lavoro, l’origine del fenomeno della disoccupazione e gli strumenti di politica economica che i governi hanno a disposizione per farvi fronte.

In primo luogo, la disoccupazione è il principale driver della povertà e delle diseguaglianze e, come tale, rappresenta uno dei più grandi ostacoli non solo al benessere individuale ma anche alla prosperità sociale. Da una parte, infatti, la disoccupazione colpisce l’individuo privandolo di un reddito (e quindi dei mezzi per sostenersi autonomamente) provocando un’alienazione del singolo rispetto alla comunità tramite la sua esclusione dal processo di organizzazione della vita sociale. D’altra parte, la disoccupazione provoca effetti sulla società nel suo complesso, comportando non solo una continua rinuncia a beni e servizi che avrebbero potuto essere prodotti e goduti, e quindi una diminuzione del benessere economico generale, ma anche l’affermarsi di numerose esternalità negative legate all’insorgere di criminalità, all’aumento delle ostilità etniche e, in generale, a una maggior instabilità sociale e politica.

Ma da cosa nasce la disoccupazione?

Secondo la Modern Monetary Theory, l’origine della disoccupazione ha una spiegazione ben precisa da ricondurre al ruolo dello Stato come monopolista della valuta. Vediamo in che termini.

La MMT illustra come lo stato riesca a far accettare agli agenti economici la propria moneta attraverso l’imposizione di una tassazione. Trovandosi ad assolvere l’obbligo di pagare le tasse, i soggetti privati sono necessariamente portati ad approvvigionarsi della valuta statale per evitare di incorrere in sanzioni stabilite dal detentore del monopolio della forza (lo Stato). È così che, secondo lo schema MMT, nasce la disponibilità delle persone a lavorare in cambio della specifica valuta creata dallo Stato. In altre parole, la complessiva offerta di lavoro del settore privato viene creata dalla tassazione imposta nel sistema, con quest’ultima che ha il ruolo di spingere gli attori economici a vendere la propria forza-lavoro in cambio di valuta proprio per adempiere al pagamento delle tasse. L’offerta di lavoro così creata sarà in parte assorbita direttamente dallo Stato, il quale, impiegando alcuni soggetti (come gli infermieri, i medici, gli insegnanti), si approvvigionerà di beni e servizi reali per costruire la propria organizzazione interna. Un’altra parte verrà invece impiegata dentro il settore privato, che nel frattempo avrà iniziato ad utilizzare la valuta emessa dallo Stato per scambiarsi beni e servizi.

Ricordandoci l’insegnamento di Keynes, tuttavia, sappiamo che la combinazione tra gli impieghi pubblici e quelli privati non sarà mai in grado di assorbire l’intera disponibilità di lavoro in un dato momento. La MMT propone così uno strumento macroeconomico finalizzato a comprare tutta quell’offerta di lavoro che è rimasta invenduta, vale a dire che non è stata comprata né dal settore pubblico né dal settore privato, portando la disoccupazione involontaria a raggiungere il livello dello zero percento. Tale strumento consiste nel dare un Lavoro di Cittadinanza a tutti coloro che vogliono e possono lavorare attraverso i Piani di Lavoro Transitorio (PLT).

Così come anticipato dalla definizione, i PLT sono pensati per agevolare la transizione dei lavoratori dalla fase di disoccupazione alla fase di occupazione nel settore privato per il tramite di un lavoro pubblico generico. In altri termini, i PLT sono una “palestra di lavoro” con cui le persone prive di impiego lavorativo, e quindi a rischio povertà ed emarginazione sociale, avrebbero l’opportunità di mantenersi attive maturando un periodo di continuità professionale in attesa di essere assunte dalle aziende. Attraverso una remunerazione salariale fissata a livello di sussistenza, i soggetti che volontariamente richiederanno l’accesso ai PLT potranno svolgere mansioni che prevedono la cura dell’ambiente, della comunità e della persona, apportando quindi tramite il proprio lavoro dei vantaggi tangibili al contesto sociale e al territorio in cui vivono.

Sotto il profilo del mercato del lavoro, l’introduzione dei PLT apporterebbe diversi rilevanti benefici. Innanzitutto, il salario pagato diverrebbe la paga standard al di sotto della quale nessun datore di lavoro potrebbe scendere, con la conseguenza di creare una barriera di protezione contro lo sfruttamento lavorativo. In secondo luogo, i PLT rappresenterebbero una permanente opzione di impego come reale alternativa ad una situazione di licenziamento o ad eventuali abusi, in quanto il lavoratore avrebbe sempre la garanzia di trovare impiego nei PLT. Di conseguenza, verrebbe in questo modo a stabilirsi un meccanismo di contrasto alla povertà e di sicurezza sociale aperto a tutti coloro che ne richiedono l’accesso.

Per concludere, il Lavoro di Cittadinanza offre una risposta ad alcune delle principali sfide del nostro tempo: la parte di popolazione che perderà il lavoro a causa della pandemia sarebbe completamente impiegata attraverso un lavoro con condizioni decenti e con benefici per tutta la comunità, portando un contributo alla crescita economica anche in chiave di maggior sostenibilità ambientale e sociale. Con i PLT ogni uomo sarebbe messo nelle condizioni di contribuire allo sviluppo della società tramite il proprio lavoro, il quale rappresenta il motore propulsore attraverso cui le persone concorrono al progresso ed è l’elemento che consente a tutti di costruire la propria storia e di poter trovare centralità in una comunità espressione di più individui. Per tali ragioni, l’eliminazione della disoccupazione attraverso il Lavoro di Cittadinanza sarebbe un passo avanti per la dignità ed il rispetto della vita umana, oltre che per dare concreta attuazione all’articolo 1 della Costituzione italiana.

VOCABOLARIO

John Maynard Keynes: noto come “padre della macroeconomia”, principale economista del XX secolo.

Modern Monetary Theory: innovativa scuola economica di pensiero che ha recentemente catturato l’attenzione delle massime istituzioni economiche a livello internazionale.

Stato come monopolista della valuta: lo stato è l’unico soggetto autorizzato legalmente ad emettere valuta e, pertanto, non può incorrere in default finanziario sulla valuta che emette.

Costituzione italiana (Art.1): l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. […]

Gianluca Campo classe ’93, originario dalla Sicilia si laurea in Economia, prima, e in Scienze politiche, poi, a Milano.

Studioso della Modern Monetary Theory, da anni sono impegnato in diverse associazioni per la promozione di una cultura economica per il benessere pubblico.

La sua tesi di laurea, pubblicata e vincitrice di un premio internazionale, ha criticato il quadro teorico di riferimento delle istituzioni economiche.

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